Il restauro del Parco

Il restauro ha ricostituito il dialogo tra l’architettura e i suoi spazi esterni ridonando leggibilità al contesto vegetazionale e ai traguardi visivi che sono parte integrante del patrimonio storico che ci è stato trasmesso, ma anche una componente vitale in continua evoluzione, che va mantenuta.
Il colle arborato di Maser, quinta naturale dell’architettura palladiana, è stato ridisegnato più volte durante i suoi quasi cinque secoli di storia.
È stato possibile desumere la consistenza del complesso vegetazionale di questa porzione della proprietà in alcune fasi storiche a partire da un documento grafico del 28 maggio 1633, redatto dalla magistratura veneziana dei Provveditori sopra i Beni Inculti, che descrive dietro la villa una collina con gruppi arborei e non un bosco.
La definizione e la suggestione paesaggistica seicentesca si mantiene nelle caratteristiche della vegetazione segnate nel Catasto napoleonico a “prato vitato con frutti e olivi”, un brano di cui rimane un piccolo lacerto nel settore a nord intorno alla cisterna dell’acqua che era già in disuso a quell’epoca nel 1808.
Qui tra la metà dell’Ottocento e gli anni Trenta sono stati la messi a dimora diversi alberi che ancora oggi popolano il boschetto dietro al Ninfeo.


L’assetto attuale del parco a tergo della villa segue le linee dell’impostazione voluta dalla paesaggista Maria Teresa Parpaiolo Shephard (1903-1974) che negli anni Trenta ha ridisegnato la sentieristica dell’intera collina, introducendo dei punti di belvedere ricavati nel fitto della vegetazione.
Ha inserito piante a foglia persistente come cipressi, cedri, sughere, lecci, querce, alternandole con specie a foglia caduca, quali i liriodendri e alcuni faggi, portando la vegetazione fino alla sommità del colle, dove resta la grande cisterna circolare.
L’intervento attuale eminentemente conservativo ha ridonato al verde l’importanza che gli era propria secondo la concezione palladiana del complesso della villa. Lo stato di conservazione, a seguito degli interventi di manutenzione del giardino e del parco permette oggi una leggibilità e una fruizione ottimale di ogni ambito.
Si è giunti a un miglioramento complessivo delle condizioni vegetative del patrimonio arboreo, arbustivo e prativo di tutto il complesso.
Mentre è importante sottolineare che non è stata apportata nessuna variazione all’impostazione generale degli ambiti e dei loro collegamenti o elementi funzionali, nonché del disegno degli spazi.


La manutenzione del bosco e in particolare del sottobosco è stata pensata anche in funzione del mantenimento delle bulbose spontanee, un intervento volto all’accrescimento della biodiversità e all’incremento della entomofauna che favorisce l’impollinazione la crescita della flora.
La sentieristica è stata ripensata in ottica volta a migliorare le caratteristiche di inclusività degli spazi del parco in funzione della fruibilità anche per i diversamente abili nei tratti in cui la pendenza lo ha consentito.
L’intervento illuminotecnico ha visto l’introduzioni di elementi illuminanti che avessero il minimo impatto estetico sulla componente vegetazionale, ma che garantissero alla sentieristica del giardino e del parco un sistema di illuminazione che consentirà l’accesso anche nelle ore notturne.




Il bosco che ammanta la collina è stato ripopolato e ha visto la reintroduzione di importanti specie vegetali tra cui la Zeikova Carpinifolia, la Parrotia Persica, il Quercus Suber, insieme agli arbusti sempreverdi e da fiore.
Il mimino comun denominatore che ha connotato tutti gli interventi è stato quello di reintrodurre il principio di sostenibilità che connota questa architettura sin dalle sue origini garantendo la razionalizzazione dell’acqua per l’irrigazione, e il restauro della cisterna e delle tubazioni di adduzione per servire gli interventi irrigui di soccorso.

Inoltre il lavoro è stato volto a impostare una crescita sana delle piante con l’uso di concimazioni organiche (funghi simbionti); potature e abbattimenti per dare la luce e lo spazio necessario a una crescita conforme alle caratteristiche delle singole essenze e in relazione al portamento specifico di ciascuna pianta.
Il boschetto a tergo della villa, insieme al ninfeo, questo settore ha visto una serie di interventi volti alla cura della componente arborea.
Gli alberi sono stati potati e in alcuni casi sostituiti, mentre il resto della vegetazione esistente è stato sottoposto a cura e potature di esercizio, alla rimonda del secco, a trattamenti e concimazioni.